domenica 16 agosto 2015

Del Ferragosto a sedici gradi



Il viaggio silenzioso, indossando un golfino assolutamente necessario e occhialoni da sole del tutto superflui. Mi dimentico sempre di cambiare la  musica in macchina e, nonostante le migliori delle intenzioni, ogni canzone si deve cantare da sola: è decisamente troppo presto per improvvisare un concerto con la mia voce assonnata.

La pioggia arriva nel preciso istante in cui parcheggio sotto casa, sorrido allo stupore frastornato di Bloody nel ritrovarsi di nuovo in montagna, sorrido alla pianta di fichi che non ne fa maturare mezzo se io sono a tiro di furto da un ramo, sorrido alla nostra casona bianca perché ritrovarla è sempre un conforto sincero.

Il pranzo in famiglia, una grande tavolata cui noi tre non siamo più abituati, la grigliata degli zii, le risate fino a farsi venire mal di pancia, il doppio caffè e la sazietà che mi colpisce alle spalle come invece fa di solito la fame.

La torta di compleanno della mia mamma apre un dibattito interessante sulle caratteristiche della pasticceria dell'Iperal: il pan di spagna è poco inzuppato nella bagna, una volta mettevano più chantilly mentre adesso è tutta panna, però sono sempre generosi e abbondano con i frutti di bosco.


E mentre tutti sorseggiano bollicine, io abdico perché non sono buona nemmeno a brindare con un goccetto di spumante da sei gradi oggi.

La fuga con la mia Elsa dai cinesi che se ne fregano del Ferragosto e sono aperti; una mezz'ora insieme a parlare impregnando ogni attimo di dettagli, confidenze, perplessità, attese, spontaneità, quiete, sfoghi e frecciate da iene avvelenate. E intanto mi ritrovo a comprare le solette a fiori e a pois per le due paia di ballerine troppo grandi, dei  lacci corti per le mie Vans, una spazzola per i capelli appena rinnovati, uno spazzolino da denti e una candela all'anice stellato da portare con me domani a casa.

E poi gli alberi che scoppiano di frutta ancora acerba, due caprette mi rubano il cuore, una teglia da forno sotto ad una grondaia raccoglie pioggia e foglie. I prati sono straordinariamente verdi e le chiome e i rami e i tronchi si specchiano (senza premurarsi di riflettere) nel cielo grigio di metà Agosto. Poi mi perdo nelle nuvole che come hula hop abbracciano i monti ai piedi dei quali passeggio con chi quassù gode del privilegio di rincorrere libero il suo adorato frisbee e dello sdraiarsi nell'erba fradicia senza rimproveri ed esitazioni.

Due fichi, latte e caffè con le madeleine, il dolcino allo yogurt migliore di qualsiasi aspettativa e le coltellate inflitte al vaso della nutella hanno preso il posto di una cena convenzionale.

- Mamma domani facciamo i biscotti.
- Mamma che torta abbiamo per colazione?
- Mamma fai le crocchette di patate!

Gli occhi stanchi, pesti, distratti, provati dalle lenti a contatto indossate per troppe ore di fila.

Tu al telefono.
La nostra nipotina domani giocherà con Bloody da noi.
L'appuntamento dopo pranzo.

- Qui diluvia.
- Ora diluvia anche qui.
- Dimmi almeno che ti manchiamo.

A me tu manchi qui.
Mi mancheresti ovunque.
E anche se sei antipatico, sei l'Amore mio.

E Buon *Compelanno* una volta ancora a te, mammina mia. Che bello è stato vederti e viverti così serena oggi.


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