venerdì 18 settembre 2015

Del breve messaggio non troppo subliminale

tattoo tatooed inked tatuato tatuaggi tatuaggio


Iger worth mentioning: PRENDIMIELEGGIMI

Sono un'appassionata di Instagram, anzi: lo adoro!
Non ho chissà quanti follower, seguo con parsimonia e ritengo che sia in assoluto uno dei social media più entusiasmanti. Ma voi mi state già seguendo?


Mi capita spesso di imbattermi in immagini accattivanti e di rimanere colpita dalle iniziative, dai concept e dai profili nei quali ci si può perdere a partire da un semplice click . E' un'ottima risorsa professionale, ma soprattutto una bella vetrina attraverso la quale condividere se stessi e i propri ricordi con il mondo intero. L'altra mattina facendo colazione ho scoperto questo profilo: PRENDIMIELEGGIMI e ho chiesto all'ideatrice di questa avventura di raccontarmi di sé e di quello che ha scelto di offrire tramite le foto che condivide. Vi ho incuriositi?


https://instagram.com/prendimieleggimi

D&C - Se dovessi  leggere di prendimieleggimi, come vorresti che venisse raccontato?

PEL - Se leggessi di prendimieleggimi, vorrei che venisse raccontata come una storia dal sapore lontano, una ragazza normale che un giorno decide di ridare vita ai libri che ha letto, di fargli girare il mondo e di lasciarli ovunque, affinché un anima, altrettanto gentile, li trovi.
Mi sa di un palloncino rosso, lasciato andare libero, in cielo, con un messaggio appeso...in attesa di essere letto. Mi sa di emozioni che si trasmettono. Mi sa di felicità, quella piccola felicità che si prova quando per caso ti accade qualcosa di meraviglioso. Basta poco per fare un sorriso, basta poco per arrossire e rivolgere gli occhi verso il cielo. Basta poco per cadere in un sogno.


https://instagram.com/prendimieleggimi
D&C - Dalla scelta del nome del tuo profilo si intuisce un'invito, di che cosa si tratta esattamente?

PEL -  L' invito a prendere quel libro e non lasciarlo lì da solo. L' invito ad avere cura di qualcosa che qualcuno ha lasciato per te. Prendimi ancora, ridammi vita, fammi sentire l' odore delle tue mani, sfogliami, leggimi, amami.

D&C - Come avviene la scelta di chi riceverà un tuo libro?

PEL - La scelta avviene per caso. Ho tanti libri bellissimi e quando mi sento ispirata, decido, sul momento, ne scelgo uno e gli regalo un libro. Può sceglierlo perché poi dovrà leggere qualcosa che gli/le piace.

D&C - Qual è l'ultimo libro che hai deciso di "lasciar andare", perchè proprio quello?

PEL - L' ultimo libro è "Un homme qui dort" di Georges Perec. Bellissima storia di un uomo che "dorme" che non vive il mondo esterno come tutti gli altri. Un po' mi ci ritrovo in questo personaggio. Io mi assento....vivo nel mio mondo, che pochi capiscono.

https://instagram.com/prendimieleggimi


D&C - Ti andrebbe di suggerire agli amici di Dramas & Cookies tre profli Instagram cui sei più legata?
PEL - Ci sono profili che mi emozionano più di altri, immagini, frasi, momenti e questi sono quelli che mi sento di suggerirvi di seguire:
Manolotr
- Igers Toscana
- artedileggere

Parlandomi di sé prendimieleggimi mi scrive:

Parlo 4 lingue....e il contatto con persone di tante etnie, mi ha fatto capire che....è BELLO COMUNICARE E DARE QUELLO CHE SI HA. Il mondo di oggi....non lo fa più.....esiste tanto egoismo, apparenza....io invece voglio far capire agli altri che....la semplicità e L' umiltà esistono ancora....io sono così e sento che come me ce ne sono ancora tanti!

Ringrazio di cuore PRENDIMIELEGGIMI per essersi prestata così affettuosamente all'intervista e al battesimo di questa nuova rubrica del blog! Colgo l'occasione per invitare tutti voi che amate Instagram a seguire il suo profilo, i viaggi dei suoi doni e magari anche a mettervi in contatto con lei per dare inizio alla nuova avventura di uno dei suoi libri!
https://instagram.com/prendimieleggimi

mercoledì 16 settembre 2015

Della cucina casalinga per cani

- Ma fammi capire, cucini per il tuo cane?
- Sì, regolarmente, perchè?
- Eh, ma tu hai tempo.
- Già, io il tempo lo trovo.
- E poi costa, io mica posso.
- Ma ne sei davvero sicuro/a? Credi che il mio cane mangi filetto e fiorentine?


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A volte quando mi sento liquidare come descritto brevemente qui sopra, mi girano le scatole in modo vertiginoso; spesso mugugno e mando al diavolo in stile Muttley, raramente - e se sono stata illuminata da un'aura di buonismo - lascio correre, poi capita anche che risponda per le rime perché sono dell'idea che come si abbia il tempo di cucinare per sé o per la famiglia si possa compiere lo sforzo di fare la stessa cosa per il proprio cagnoletto anche solo occasionalmente.


Cucinare per il proprio cane non è comporre dei menù gourmet complessi, anzi, il più delle volte la base dell'alimentazione per cani può essere composta da un sostanzioso mix di carne in brodo. Se non si riesce a - o se non si vuole - basare il regime alimentare su una cucina casalinga si potrebbe anche ipotizzare di arricchire di gusto e ingredienti naturali ciò che si sceglie abitualmente di comprare e schiaffare nella ciotola.

Ohi, le scatolette girano anche in questa casa perché mai e poi mai mi sognerei di rendere il mio Orecchie Grandi un viziatello, ma per nessun motivo al mondo gliele rifilo senza l'aggiunta di una parte composta da una ricetta fatta in casa. Io parto da questo presupposto: se fossi costretta a mangiare piatti pronti quotidianamente, non mi verrebbero fuori dagli occhi dopo un po'? Ecco, io voglio che mangiare sia per il mio cane un'esperienza sensoriale che o incuriosisca e lo invogli a nutrirsi.

rescued dog


Che sia chiaro come il sole, prima di ricevere insulti e maledizioni: non voglio erigermi a più brava di chi non cucina per il suo cane, anzi! Quello cui miro, anche per deformazione professionale, è fornire qualche aiuto, qualche dritta, qualche spunto e qualche suggerimento per proporre una scelta salutare, economica e straordinariamente pianificabile al fine di rendere l'alimentazione domestica del cane un'occasione nutrizionale che giovi al benessere e all'appetito dei nostri mostriciattoli abbaianti, ringhiosi, ululanti e spesso puzzolenti.

Premetto, inoltre, che mai nella vita mi sognerei di condannare Bloody ad un regime dietetico improvvisato e che non sono una nutrizionista, ma una semplice "mamma" che ama un cucciolo che ha la fortuna di godere di un'ottima salute e di un'ottima digestione. 

La sbobba, scusate, intendevo dire LA DELIZIA di quest'oggi - e vi risparmio tutte le foto degli ingredienti a crudo perché vi voglio bene e rispetto chi di voi soffre alla vista della carne - è stata particolarmente fortunata: più di 3 chili di carne mi sono costati una decina di euro, pari circa una settimana di pappe se unite a riso soffiato, riso bollito, pasta stracotta o magari anche semolino o polenta.



Vediamo allora di capire quali tagli ho trovato e come funzionino i miei acquisti presso la macelleria da cui mi servo.

- Polmone
- Cuore
- Midollo
- Trita di manzo di seconda scelta

Baso l'alimentazione di Bloody su manzo, vitello e pollo, sempre alternati. Le interiora sono un'occasione golosa, ma gliele propongo con una frequenza mensile oppure ogni tre settimane, unendole sempre a della carne trita di manzo. Nelle stagioni fredde capita inoltre che prepari a Bodibò la trippa, pietanza assolutamente sana per i cani che il mio Ninino Bello adora letteralmente. Ecco: il suo papà, per via dell'odore che svolazza per casa per ore, la adora un po' meno.

La carne trita di seconda scelta alla quale accennavo è una carne che la macelleria da cui mi rifornisco congela appositamente per cani e gatti: è la carne invenduta, data alla vendita a terzi che viene poi restituita da questi, rimacinata e quindi congelata. Il prezzo è irrisorio e la resa assolutamente soddisfacente.
Se la vostra macelleria non dovesse fornire una proposta simile potreste sempre concordare che vi tengano da parte gli scarti - se sono onesti e corretti non li rifilano come macinato misto - dei tagli che non vengono utilizzati in alcun caso. Potete anche pensare al fatto di optare per quei tagli meno comuni perché i polli non sono fatti di soli petti e cosce e le mucche non sono solo bistecche. Per chi come me è onnivoro scegliere i tagli meno comuni, i cosiddetti tagli poveri, è un modo per ridurre gli sprechi di esseri viventi imposti da un' alimentazione umana sempre meno varia e sempre più orientata ai tagli di carne canonizzati dalla comodità dei formati destinati alla grande distribuzione.

Allora, Milvina, ci dici o no cosa ne hai fatto di tutta questa carne?
Certo, scusatemi, ma l'argomento mi sta a cuore.

PAPPA DI CUORE, POLMONE, MIDOLLO E MANZO
PER CANI


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- Un bel pezzo di cuore di manzo
- Un bel pezzo di polmone di vitello
- Midollo
- Un chilo di carne trita di manzo
- Un paio di carote grosse
- Un paio di zucchine grosse
- Olio di oliva q.b.

Abbiate pazienza e rassegnatevi perché tagliare cuore e polmone a pezzi piccini richiede tempo, tanto tempo, e ci vuole un bel pelo sullo stomaco e un olfatto non troppo sensibile per compiere tale operazione, ma io preferisco evitare di tritare tutto e di non permettere a Bloody di ingozzarsi senza dover neppure masticare. 

Tagliate a pezzetti il midollo - quello che viene sfilato dalla spina dorsale e ha una consistenza ben più dura di quello che siamo comunemente abituati e vedere negli ossibuchi - e fate la stessa cosa con carote e zucchine.

Mettete il tutto in un bel pentolone - di quelli che usate per il bollito - e lasciate cuocere almeno mezz'ora. Condite con olio di oliva e lasciate raffreddare nella pentola, così che le verdure siano morbide prima di mettere nei contenitori ermetici per la conservazione.

Con questo quantitativo di carne avrete svariati pasti a disposizione - se, come me, avete un cane di taglia medio piccola - i quali dovranno essere uniti ad una porzione di amidi, quindi pasta stracotta, riso bollito, cereali oppure riso soffiato
.
Le proporzioni che adotto per Bloody, che pesa circa quindici chili, sono: 2/3 di carne e verdure e 1/3 di amidi.




Song of the day: Dolly Parton - Cracker Jack

Once I had a little dog and he was awkward as could be 
He wasn’t much to look at but he looked alright to me


I took him home and fed him till he couldn’t eat no more 
I took him to my room and put a blanket on the floor
After that beside my bed is where he'd always sleep
Each night in my prayers I prayed the lord his soul to keep

Cracker Jack, the best friend that I ever had was Cracker Jack
But he was more then that a play mate, a companion
He was love and understanding 

That was Cracker Jack 
The best friend that I ever had was Cracker Jack
But he was more than that e
verything a kid could want
I had in Cracker Jack

He'd jump and wag his tail and look at me as if to say
"I love you and I've missed you and I'm glad you're home again" 
I knew just how you felt cause me and Cracker Jack was friends
Through the woods and fields
We would often roam about
And when we got in trouble
We would help each other out 

We shared each other's good times and we shared each other's love 





domenica 13 settembre 2015

Dell'agenda e della stanza da sistemare



E' una domenica mattina di buoni propositi, di riposo sufficiente addosso e di casa appena pulita dalla signora che ogni quindici giorni viene a darci una mano. E' una mattina in cui mi ritrovo ad osservare quella stanza da rendere un po' più mia, quella stanza da ottimizzare per salvare occhi, schiena, ordine, pratiche, materiali e concentrazione, perché - a distanza di un anno dal makeover di casa - soffre ancora di una pigra negligenza che le infliggiamo, di troppi "Poi lo faccio", "Sì mettilo lì", "Poi vediamo"; quella stanza risente della connotazione di sgabuzzino dove appoggiare di tutto senza troppe esitazioni, quella povera stanza cui abbiamo inflitto una quiete statica che non la rende utile, necessaria, indispensabile come adesso invece accade, all'improvviso.

Sorseggio un caffè che si è già mezzo raffreddato e penso a quanto si stia intrecciando in questo periodo, a quanta vita sia esplosa nel giro di poche ore, a quante sfide io abbia detto "Dai, ci sto!", a quanto poco sia bastato per tornare in me, tornare alla consapevolezza, tornare alla speranza e soprattutto all'amor proprio. Il ricordo di tutto quello che sembrava essere andato irrimediabilmente a rotoli sembra essersi fatto da parte, ma a volte mi sento come se i segni che ho addosso fossero fin troppo vivi e pulsanti, crudeli e dispettosi, ma non voglio fissarmi su quelle sensazioni che è giusto che vengano accantonate, voglio solo che tutto sia, che tutto vada come deve andare, che tuto prenda la forma che mi aspetto di saper plasmare.

L'agenda è così fitta di appunti da perdercisi: note in rosso, note in nero, note sottolineate, note che mi segno anche se non serve a niente farlo, note decontestualizzate attorno alle quali fantasticare, note che non vanno rimandate, note che andrebbero tatuate sul palmo della mano così da non perderle mai di vista.

Ed è bello.
Mi piace.
Mi fa bene.
Mi infonde allegria.


Il mio cagnolino sonnecchia sul divano, ogni tanto apre un occhietto ed è come se mi chiedesse se sia finalmente giunta l'ora, ma dalle finestre aperte entra uno scroscio d'acqua prepotente e entrambi sappiamo che uscendo ci infliggeremmo una doccia tutt'altro che produttiva, soprattutto considerando che il bel puzzone nero con le orecchie grandi e gommose, si è dimostrato in svariate occasioni allergico alla pulizia e all'igiene, quella che viene offerta gratis cadendo dal cielo compresa.

Ieri era il compleanno del mio papà  e sebbene fosse lui il festeggiato, anche io ho ricevuto un regalo prezioso e insperato: una bella foto con Bloody. Ed è bello questo promemoria di affetto, ed è dolce accorgermi di quanto siamo carini noi due insieme.

Ho spostato la pianta di basilico - che sopravvive al mio pollice nero da più di due mesi - affinché goda della pioggia.
Mi sono arrabbiata per una tovaglia e sto aspettando il biker al varco.
Osservo una mela e qualcosa mi tormenta: mi ossessiona il pensiero che quella palla rossa possa diventare una torta.
Sto ascoltando la messa e non ho mica capito il perché.
Sento freddo, nonostante indossi una felpa di M. calda e spessa e dei pantaloni della tuta da combattimento.



Forse dovrei portarmi avanti e stirare.
Forse dovrei lanciarmi sul divano e appisolarmi davanti alla tv accesa a vuoto.

Song of the day: The Velvet Underground – Sunday Morning

venerdì 11 settembre 2015

Delle autocitazioni

brioche alla crema

"Se non facessi colazione sarei un giunco, un fuscello, un esserino esile ed etereo, una piuma che si muove ondeggiando per il mondo, una figura leggera e aggraziata, una taglia superextraminimicro small. Fortunatamente non corro il pericolo che ciò accada."

giovedì 10 settembre 2015

Del cucchiaio della Kellogg's

cucchiaio kellogg'sL'attesa è stata lunga, ma finalmente è arrivato! Ricevere un gadget dopo più di quattro mesi di paziente attesa, coglie impreparati e scaccia sorprendentemente la sensazione di aver perso ogni speranza di riceverlo. Parlo del Cucchiaio Kellogg's ottenuto a fronte dell'acquisto di tre confezioni di cereali aderenti all'iniziativa. Bastava registrarsi al sito dedicato all'operazione a premi e inserire i tre codici presenti all'interno di ciascuna confezione per accaparrarsi un bel cucchiaio da personalizzare.


cucchiaio kellogg'sA chi dedicare questo oggetto?  La mia monotonia in quanto ad espressioni d'amore verso il nostro cagnolino non conosce vergogna ed è proprio a Bloodino che abbiamo deciso di intitolare questa chicca d'acciaio.
Ahimè, nell'atto della creazione del cucchiaio (si potevano scegliere la misura da tavola o da caffè, il logo e il font) "Bloody" veniva segnalato come nome non consentito, Kellogg's aveva impostato dei filtri sensatamente restrittivi per evitare che una bella iniziativa degenerasse in una raccolta di amenità imbarazzanti ed ecco che esclusi prima Bloody e Bloody Bastard poi, non restava che tentare con uno degli innumerevoli nomignoli che affibbio meticolosamente all'essere dotato di orecchie grandi e gommose: Bodibò.

La mia natura di gadget maniac è stata pienamente appagata e finalmente posso aggiungere un nuovo vanto alla mia collezione di stoviglie non convenzionali.

E' stato un buon giorno per una scorpacciata di cereali, sebbene questi di Frozen - che ho acquistato con entusiasmo infantilmente tenero qualche settimana fa - si siano rivelati deludenti, sciapi, insapori, gommosi una volta immersi nel latte, insomma da non ricomprare per i miei gusti di golosa seriale!

Se avete aderito anche voi all'iniziativa, ma non avete ancora ricevuto alcunché non demordete e abbiate pazienza, nel concorso viene specificato che l'azienda provvederà al recapito dei premi entro 180 giorni, vedrete che non verrete delusi.

cucchiaio kellogg's

martedì 8 settembre 2015

Del fiore di Strudel alle mele

strudel


C'è una moda molto carina che gira per il web ed è quella di condividere dolci altamente coreografici che possano stupire le nostre famiglie o i nostri ospiti a fronte di un impegno economico e di energie relativamente irrisorio.
Rispetto a qualche anno fa sembra che il cervello della massaia improvvisata si sia acceso e dalle torte di gesso ricoperte di pasta di zucchero, finalmente ci si orienta verso dei dolci dall'aspetto più tradizionale, accattivante, ma ben più genuini già a colpo d'occhio.

Qualcosa, fin troppo spesso, non viene cperò preso adeguatamente in considerazione, ovvero il fatto che un dolce - oltre che mostrarsi esteticamente bello - debba saper appagare il palato in modo genuino - altrimenti la delusione che si prova all'assaggio è capace di rovinare un intero pasto che verrà concluso in modo incompiuto, quasi sospeso.

La mia carissima amica Antonella ha preparato un dolce a base di pasta sfoglia e pesche, ricetta gustosissima trovata in questo bel blog: Il dolce e salato di Miky.
Ispirata da quest' idea così appetitosa mi sono chiesta se non fosse il caso di rielaborarne una versione con i miei ingredienti preferiti e mi sono ingegnata nella realizzazione di un:

Fiore di Strudel di Mele

Per prepararne uno, bello grosso, vi serviranno:


due rotoli di pasta sfoglia
tre o quattro mele
una porzione di crema alla vaniglia pronta
una manciata di uvetta ammollata nel rum
una manciata di pinoli
succo di limone
zucchero semolato
abbondante zucchero a velo

1) Scegliete uno stampo a cerniera ampio, oppure un disco di acciaio di quelli da pasticceria, non sarà necessario alcun fondo, foderate una placca per biscotti o una teglia con un doppio strato di carta forno e con la stessa foderate anche i bordi dello stampo.

strudel

2) Sbucciate le mele, tagliatele in quarti, privatele dei torsoli, tagliate ogni spicchio a fettine sottili e mettetele in un'insalatiera con zucchero e abbondante succo di limone appena spremuto.

3) Iniziate a ricavare delle strisce di sfoglia alte quanto le fettine di mele. Procedete a fare il primo giro di sfoglia attorno allo stampo e intervallatelo con uno di mele avendo cura di essere un po' precisi in questa fase.

4) Una volta giunti al centro dello stampo ricoprite la superficie con zucchero a velo, uvetta precedentemente ammollata nel rum e pinoli. 

5) Prendete ora la crema e colatela a filo sullo stampo in modo da insaporirne la superficie.

6) Cuocete a forno preriscaldato (180°) per almeno 40 minuti. Una volta cotto, spolveratelo subito con abbondante zucchero a velo.

7) Accompagnate lo Strudel con gelato alla crema e tanta panna montata!

fiore di strudel



NOTE che renderanno il vostro Strudel di Mele ancora più goloso:

- Fate in modo che le strisce, giro dopo giro, non siano troppo attaccate tra loro, altrimenti la pasta sfoglia non avrà la possibilità di lievitare a dovere
- Potete far colare sulla superficie del dolce della marmellata tiepida invece della crema pronta
- Se volete l'effetto sfoglia Vicenzi, dovrete spennellare la superficie con tuorlo d'uovo sbattuto con abbondante zucchero a velo prima di infornare
- Il dolce oltre ad essere furbo per l'estrema facilità della realizzazione della ricetta dura qualche giorno se conservato adeguatamente in frigorifero, magari riscaldatatelo nel forno prima di servirlo, così che torni ad essere croccante.

rosa di strudel


mercoledì 2 settembre 2015

Dei noodles vegan in stile Thai

Amici vegan a pranzo o cena? 
Ecco un'idea veloce e gustosa da preparare - anche con qualche ora di anticipo - per soddisfare i palati più esigenti o anche solo tanto affamati. La pasta all'orientale è in assoluto uno dei miei piatti più riusciti oltre  ad essere uno dei miei pasti preferiti: quando la preparo non delude mai!

Uso un paio di accorgimenti nel prepararla che ne accrescono la digeribilità.

Noodles Vegan in stile Thai
nooodles vegan - thai food
Noodles Vegan

Le dosi sono per due buone forchette, con una porzioncina da mettere da parte per il lunchbox del giorno dopo!

1 confezione di noodles da 250g
1 porro
1 carota
1 zucchina
1 peperone giallo
1 peperone rosso
zenzero fresco
salsa di soia
olio di semi
sale

Prendo una pentola e metto a bollire dell'acqua leggermente salata nella quale scotterò velocemente le verdure - precedentemente tagliate a strisce e fette - UNA ad UNA ad eccezione dello zenzero. Questo procedimento, un po' lento, aiuterà a mantenere la croccantezza delle verdure, ma saranno cotte e quindi adatte anche a chi ha problemi di digestione con alcune di esse. Se siete più propensi ad una cottura raw (grezza) saltate a piè pari questo passaggio, ma abbondate con il quantitativo di olio. 

Una volta sbollentate le verdure mettetele a colare e ricoprite il fondo di una padella o uno wok di olio di semi, versateci dentro le verdure e fatele saltare tutte insieme, condite ora con la salsa di soia e aggiungete delle fette di zenzero, più ne metterete più prevarrà l'aroma di Svelto al limone...

Portate ad ebollizione l'acqua per cuocere i noodles, salatela e buttateci dentro la pasta, una volta che si sarà ammorbidita, scolatela e sciacquatela sotto l'acqua fredda affinchè la cottura si interrompa e i noodles non si distruggano.

Unite alle verdure i noodles poco alla volta e saltateli secondo il vostro gusto e regolanteli di sale con la salsa di soia.

Idee in più per arricchire i noodles:

- con delle arachidi tostate, semi di sesamo o muesli salato
- dadolata di cetrioli conditi con erba cipollina, olio e sale per aumentare la sensazione di freschezza
- mais saltato nel burro di arachidi per spezzare con una nota dolce
- funghi champignon, cimette di broccolo e taccole 



Della mia Erika, del suo bambino

Facebook mi rimprovera e mi dice che non pubblico niente da otto giorni sulla pagina di Dramas and Cookies. Ha ragione, ma lo so da me che è da troppo che non posto alcunché, lo so da sola che forse è il caso che io ricominci a raccontare e condividere, non fosse altro che per non perdere il sano vizio di scrivere. Ho una ricetta e qualcosa da dire, e per una volta separerò le due cose, affinché sentimenti e ingredienti non si perdano l'uno nell'altro, confondendo i miei tre lettori più fedeli tra zucchine, zenzero, salsa di soia, lamenti, mugugni e nostalgia.

Sono silenziosa in questi giorni, chiusa in una perplessità che non mi abbandona mai, ferita dalla staticità, affranta dall'assenza, gravata dai sospiri attraverso i quali cerco di togliermi dai polmoni l'angoscia, addolorata dalle constatazioni che non hanno nulla di amichevole.
Sono preoccupata e non mi piace che lo streben mi mangi viva, che non se ne vada nemmeno a spallate, culate e calci, che non si allontani nemmeno la sera quando ci ritroviamo, nemmeno nell'abbandono al sonno. Ma così è, se mi sveglio di soprassalto mi ritrovo accanto un cagnolino che dorme sul tappeto del mio lato del letto, un cagnolino che mi difenderebbe dal peggiore degli incubi, dal più pericoloso dei mostri, il cagnolino che leccherebbe il muso al demonio e accoglierebbe a suon di feste in casa un ladro, ma nessuno è migliore di lui e non lo cambierei per niente al mondo.

Ieri la giornata si è aperta con una sorpresa inattesa, qualcosa di cui avevo un estremo bisogno. Uno scambio di messaggi improvvisati ed eccomi  a mezzogiorno davanti al Rock on the Road di Desio a riabbracciare Erika dopo mesi dal nostro ultimo caffè, avvenuto in un momento drammatico della mia esistenza: di certo il peggiore dei Natali di tutta la mia vita.

Lei è una delle mie amiche più care e preziose, conosciuta per amore dei conigli, resa affine dalla passione comune per ago e inchiostro, compagna di confidenze, avventure e amici; lei è Amica per scelta e volontà reciproca e non per convenienza, interesse o circostanza. Che bella che è con il suo sorriso grande, che belli i suoi capelli lunghi e scurissimi. Bloody le salta addosso come se la conoscesse da sempre, io sorrido e guardo il suo scricciolo che dorme sul seggiolino del sedile posteriore: e mi ritrovo a perdermi nel musetto sorridente del suo bimbo bellissimo, un bikerino di due anni allegro e buono.
E poi c'è Ypsel, formalmente Pixel, un cagnino che ha sfidato con audacia gli scalini irregolari delle due rampe che portano a casa, batuffolo fragile e morbido che pian pianino potrebbe anche legare con il Mostro delle Paludi tutto nero di casa, il piccolo Mortaretto che ci faceva ridere a crepapelle con le sue corse nei giardini dietro casa dei miei genitori.


Tortello

Mi sono sentita una cretina mentre preparavo il pranzo e la tavola dimenticandomi persino acqua e posate, fuori tempo, fuori dal mondo vero, il mondo degli altri, quello scandito da delle tappe che non possono essere procrastinate ad oltranza, quello dei guadagni, dei doveri, delle esazioni e degli impegni. L'ho osservata, studiandola quasi, nel suo essere così paziente, così premurosa, così ferma eppure adorabilmente affettuosa: la mia compagna di serate a base di thè, carezze ai suoi cuccioli a quattro zampe e fiumi di parole è una donna incredibile che sa essere spontaneamente, genuinamente una brava mamma.

Il tempo è crudele e spietato, trascorre troppo in fretta senza curarsi del nostro bisogno di dire e continuare a dire e dopo una pasta all'orientale, dell'insalata, qualche foto e un caffè è ora di salutarla. Mi stringe lo stomaco rendermi conto di quanto abitino lontane le persone cui tengo di più, a quanto sia fondamentale il telefono per non perderci, a quanto sia riconoscente  nei confronti dei social media per poterle vedere ogni volta  che ne ho bisogno.

E' ora dei saluti, della promessa di rivederci presto, prima che trascorrano altri mesi, ma stavolta per davvero. E' un arrivederci intriso del rimpianto di non potersi concedere una saluto ogni volta che servirebbe farlo, m a è un saluto sorridente, sincero.

E' ora di fare un giro di guinzaglio attorno alla mano e di convincere Bodibò a venire via. E' ora di ripensare ai vicini di casa che se ne vanno e che non sono riusciti a vendere la casa nemmeno dopo due anni di attesa. E' ora di abbassare lo sguardo quando passo davanti al bar di delinquenti e balordi, accelerando il passo, just in case. E' ora di sentire il colpo secco e violento del portone richiudersi alle mie spalle. E' ora di sperare che la russa muoia soffocata dalle sue stesse grida contro i suoi figli, contro quella sottospecie di uomo che ha in casa, contro chiunque la incroci nel momento sbagliato. E' ora di aggrottare l'espressione all'ennesima canzone sudamericana a volume Slayer ascoltata dalle bambine al pian terreno, E' ora di rientrare a casa, un nido che stupisce chiunque ci entri, un luogo che ho sentito fin troppo spesso estraneo, ma che adesso esprime indiscutibilmente anche molto del buono che c'è in me.

Prendo a morsi grandi una pesca tabacchiera, è troppo matura e rischio una doccia appiccicosa e dolciastra. Mi condanno anche ad una banana quasi da buttare. Come sono belle le sorprese, com'è bello ritornare ad essere per qualche ora ciò che dimentico di saper essere.


Ypselino, Pixel, Mortaretto


Song of the Day: Susan Tedeschi - Don't Think Twice, It's Alright

martedì 1 settembre 2015

Di quello che scrivevo oggi, ma un anno fa

1 Settembre 2014.

Ha riaperto la farmacia vicino alla banca e ha riaperto il bar nel quale il panettiere con il bulldog consegna le brioche in zoccoli da infermiere; notizie pressoché inutili, se non per il fatto che la rimozione del cartello che annunciava la fine delle loro ferie, avvicina un po' più concretamente l'inizio solenne e sfacciato delle nostre.

Ho sbrigato delle commissioni noiose, quelle che ti fanno strisciare i piedi sull'asfalto a scarpe allacciate in malo modo, quelle per le quali non occorre nemmeno truccarsi il grugno o togliersi il broncio. Ho camminato velocemente, infastidita dal sole ringhioso che non sa intiepidire nessun passaggio ombreggiato e da quei gridi di luce inattesa, che esplodono come spaventi messi in atto da dietro le spalle.

Ho letto i vostri status malinconici sulla fine delle vacanze e sul ripristino della normalità. Noi dobbiamo stringere i denti ancora un po', accogliere un amico che sarà ospite qualche giorno, preparare i bagagli e poi partire per la nostra prima avventura insieme. E io non vedo l'ora, sebbene nel tempo scandito dall'attesa ve la invidi quella routine sempre uguale a se stessa eppure dotata di continuità della quale un po' soffrite e vi lagnate, della quale io non conosco quasi nulla, se non il rimpianto di volerne qualche manciata. Perché io voglio un po' tutto.

E sbadiglio. E mi gratto la fronte cui la frangia spettinata fa il solletico. E esito domandandomi "ma avrò la febbre oppure sono solo stremata? È malinconia o mi brontola la panza?".

E poi una foto volutamente sfuocata. Un istante saturato di consolazione. Il bambino del quale non si sa il nome che guarda la moto di M. e rimane senza parole: estasiato. Lui che la notte ti fa gelare il sangue con le sue grida. Lui che cerca l'attenzione di sua mamma con un disegno in mano, chiamandola ossessivamente, senza sosta, da lontano, come se avvicinandosi, varcasse quel confine delirante che solo per sbaglio - di tanto in tanto - si può oltrepassare senza correre alcun rischio. Lui che infastidisce per i suoi modi da teppistello. Lui che irrita con la sua prepotenza da una manciata di chili. Lui che ha a che fare con gentaglia e vecchi rumorosi. Lui che consuma la piazzetta davanti casa con le sue corse, salti e attese. Lui che con quella canotta e pantaloncini coordinati ti strappa prima il cuore e poi ti attorciglia lo stomaco come uno straccio per i pavimenti. Lui che meriterebbe una vita normale, notti tranquille, cose buone: persone buone. Lui del quale parliamo prima di addormentarci a tarda notte, facendolo entrare per la prima volta senza frustrazione in camera nostra.
E mentre, tutto incuriosito e frastornato, scopre che le moto di M. sono due e sono una più spaziale dell'altra, io lo guardo dallo studio, sorrido al suo addentare un panino vuoto, mi soffermo sul sorriso che ha strappato al mio amore e penso che, tra le cose più belle e pure che possa fare una motocicletta, una sia proprio far fantasticare gli occhietti increduli di un bambino e far sbocciare in noi la più tenera forma di indulgenza.

E ora che sbraita e dice parolacce, ora che rimbomba fin nel mio bicchiere d'acqua, sbuffo e penso "gli tirerei un pomodoro". E forse ne ho uno in frigorifero. Ma ho anche della torta al cioccolato. E una casa che profuma di cose buone e di una famiglia appena nata.