domenica 31 luglio 2016

Di quello che è successo

E poi è successo che, di ritorno da Las Vegas, sia partita anche per l'Olanda e che sia riuscita a rendere costante una collaborazione professionale che ora mi impegna ogni giorno dal lunedì al venerdì.

E poi è successo che abbia sentito la voglia e spesso il bisogno di scrivere, ma che mi sia imposta di non farlo - se non via social - per evitare di recriminare sul solito dolore, per non dare al peggio di me la possibilità di avere la meglio e per non continuare a infilzare lame dentro a ferite che non ne volevano sapere di rimarginarsi.

E poi è successo che mi sia ritrovata a perseguire l'equilibrio, la sensatezza, la pacatezza, perché convivere con aspetti del mio carattere che mi sfiniscono quanto delle montagne russe di entusiasmo e disperazione, mi stava logorando.

E poi è successo che abbia deciso di avere cura di me stessa come se si trattasse di qualcuno che amo, ritrovatosi in una condizione di grave difficoltà, e mi sono accorta di quanto poco basti per accarezzarsi anziché infliggersi nuove mortificazioni.

E poi è successo che persino la pelle più sottile e delicata si sia ispessita e che abbia ricominciato ad alzare la testa, certa del fatto che solo credendoci, avrei iniziato a venirne fuori.

E poi è successo che mi sia ritrovata a provare sdegno, perché i filtri spessi dell'amore, o chi per esso, rendono ciechi, stupidi, insensati e anche parecchio ritardati.

E poi è successo che mi sia ritrovata a piedi nudi nell'erba, con la testa bagnata al sole, con il viso senza trucco e le guance asciutte. E allora è successo che abbia trattato me stessa con rispetto e benevolenza, scacciando le colpe insensate e le malinconie di film proiettati soltanto tra le lacrime dei miei occhioni miopi dalle ciglia troppo lunghe.

E poi è successo che mi sia tornata la voglia di dire.
E anche quella di raccontare.
Ma ancora di più, quella di ricominciare ad essere.