sabato 30 aprile 2016

Di Super Dog, il mio supereroe

Ci sono giorni un po' più complicati, ma in quei giorni io mi perdo nei tuoi occhietti, un po' come se mi tuffassi all'indietro, senza guardare, certa di non cadere senza essere afferrata.

Ti guardo e mi ripeto che tutto andrà bene, che tutto ricomincerà ad avere senso, che anche tutto questo dolore sarà servito a qualcosa.

E allora ho di nuovo speranza, coraggio, quasi forza.

E tu che fai? Mi cerchi e non ti allontani, indomito, in un amore sincero che cura ogni squarcio dello spirito, prendendo a zampate la mia smania di solitudine e isolamento.

Perché anche se adesso sembra tutto inutile e insormontabile, tu meriti una super mamma.
E la riavrai.

Mio piccolo Super Dog: un supereroe cui non occorrono maschere o superpoteri, il mio paladino di ogni forma di giustizia, che scaccia i cattivi a suon di puzzette e ricompensa i buoni con musate da perderci la testa.

mercoledì 27 aprile 2016

Dei risarcimenti, del perdono


Bloody, alla fine, è quello che non hai avuto da lui.
E' l'amore senza limiti, senza condizioni, senza manipolazioni.
Bloody è quello che ti vuole bene per quello che sei, indipendentemente da tutto il resto. Per quello che sei non fisicamente, non per quello che fai, ma per come ti rapporti a lui.

A.M.V.



Eccolo qui il mio risarcimento, la mia benedizione, la mia Felicità.
Eccolo qui l'Amore vero, incondizionato, indomito, inarrestabile.
Ed io che continuavo a cercare pace, ignara dell'ineluttabilità dell'averla già accanto.
Ed io che arrancavo, annaspavo e mi torturavo nell'attesa di un

"Perdonami per tutto il male che ti ho inflitto,
perdonami per aver maltrattato giorno dopo giorno, tutto il tuo Amore".


Non serve più.
Non mi serve più niente da te.


domenica 24 aprile 2016

Della fatica

Faccio un po' fatica ad ascoltare la musica, perché non c'è una sola canzone che non contenga almeno un verso che non mi si fermi in gola, facendomi sentire una sofferenza fulminea, spaventosa, ingestibile, fastidiosa come il timore di soffocare quando qualcosa ti va di traverso. Faccio fatica a gestire l'avvicinarsi del weekend, sebbene nessun sabato e nessuna domenica saranno mai peggiori di quelli già trascorsi, ma l'idea di avere tante ore da sfruttare in modo proficuo, o almeno benevolo, mi porta a sentire parecchia angoscia.
Faccio un po' fatica a stare nei posti affollati e quando devo, o mi tocca farlo, mi concentro soltanto sulle commissioni da sbrigare, cercando di liberarmi in fretta dal trascinarmi in quei luoghi che - senza alcun motivo apparente, ma con innumerevoli e discutibili pretesti - mi riportano a vivere ricordi che invece vorrei fossero almeno un po' sbiaditi, almeno un po' meno intensi, almeno un po' più ammansiti dal tempo.
Faccio fatica a gestire l'amarezza e la delusione, e spesso la voglia di piangere fino a perdere i sensi, perché non ci si può dire addio nella tenerezza più sincera e poi desiderare il male e la sofferenza dell'altro; non è possibile ridursi a dover offendere, umiliare e denigrare chi, fino a pochi giorni fa, era per te Amore. Ecco, assistere all'accanimento velato e vigliacco di chi sembra non appagarsi mai nell'infliggermi dolore in modo sadico e persecutorio è qualcosa che faccio fatica a spiegarmi e che faccio ancora più fatica ad accettare.

Però, perché altrimenti mi lamenterei e basta, non mi costa alcuna fatica camminare all'aria aperta, sudare, giocare con Bloody fino a sfinirmi e morire di sete. Non mi costa fatica ritrovare gli amici di sempre, un esercito a mani tese pronto ad abbracciarmi, ad aspettarmi, a sorridermi e a comprendermi. Non mi costa fatica elencare tutto quello che per nessun motivo al mondo sarebbe mai dovuto esistere e che per nessun motivo al mondo dovrà mai accadere di nuovo. Non mi costa fatica sperare, accogliere gli incoraggiamenti con fiducia e riporre qualche sogno nella tasca dei jeans.
Non mi costa fatica discutere di progetti e opportunità. Non mi costa fatica aspettare pazientemente che il peggio passi, senza alcuna fretta, senza alcuna smania, senza alcuna pretesa.  Non mi costa fatica accettare un fallimento che mi ha segnata più di tutto l'inchiostro che ho addosso e non mi costa fatica perdonare me stessa per aver amato fino ad annientarmi, annullarmi, snaturarmi.
Non mi costa fatica rivolgere qualche pensiero a Dio, a modo mio, con scetticismo e sopracciglia aggrottate, ma non mi costa fatica ritrovarmi a scoprire un po' di fede e il valore di una grazia che credo mi abbia restituito dignità e valore.

Ieri ho chiesto ad un uomo e a sua moglie se potessero scattarmi una foto ricordo con il mio cagnolino e mi sono ritrovata nel telefono con un ricordo indelebile, il ricordo della nostra prima giornata insieme in mezzo agli altri. E mi sento felicemente risarcita da quel primo frammento di disperazione che ha ceduto il posto alla voglia di sorridere, nonostante gli occhi lucidi e le guance lise da quel che piove e cade dalle ciglia.

Troverò una via, non ho fretta, e non mi costa fatica amarmi.

giovedì 14 aprile 2016

Della delusione


Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d'una ingiustizia che non t'aspettavi, d'un fallimento che non meritavi.
O. Fallaci

martedì 5 aprile 2016

Di chi aggiusta

Aggiusterai tutto. Lo farai a panza all'aria, lo farai scodinzolando, obbligandomi ad alzarmi, ad uscire, a prendere aria fredda in faccia, a parlare con estranei, a dire anch'io "come va?".
Aggiusterai tutto con la tua pallina in bocca, nell'attesa di un "molla", seguito da un bel lancio da prendere al volo.
Aggiusterai tutto. Perché ci sono parchi dove non siamo mai stati, montagne da affrontare con il fiatone, prati in cui perdersi e un lago che ci aspetta per un cono e una coppetta. Uno per me e l'altra per te.
Aggiusterai tutto. Perché il cuore fatto a pezzi si rimette insieme a leccate e nasate. E di certo non sarà l'ennesima cicatrice a cambiarmi la vita.
Aggiusterai tutto, con la quiete spensierata e la pazienza che è solo di chi di zampe ne ha più di due.
Aggiusterai tutto perché il tuo amore non conosce dubbio, esitazione, persecuzione, egoismo e cattiveria.
Aggiusterai tutto, e io mi affido a te, come quando mi trascini e sai sempre dove andare. E non manchi una buca, una pozzanghera, la merda di un tuo conoscente o anche solo un marciapiede in cui farmi inciampare. Ma poi, nonostante le fatiche, gli affanni e gli imprevisti, a casa mi ci fai tornare sempre.
Aggiusterai tutto, come fai ogni sera quando ci stringiamo, quando siamo vicini nonostante la solitudine amplificata dalla tv che va a vuoto, dai sospiri che rimbombano, dalle dita intrise di attesa vana e di speranze (da) sempre soltanto tradite.
Aggiusterai tutto perché quello che era non sarà mai più e io, che volevo un gatto e mica un puzzone tutto nero, non so pensare ad un solo giorno senza di te, il mio meccanico dell'anima, il mio psicologo da pianerottolo, il confessore che mi assolve senza rifilarmi cantilene, il mio bambino con la coda.
Il mio Bodibò aggiusta tutto.
La mia salvezza, il mio sollievo, la testimonianza che la vita è bella. In ogni caso.