Nuvole gonfie, ciccione, buone per annaffiare i prati, pulire l'asfalto e rinfrescare i muri delle case ancora troppo intrisi di questa estate impietosa, maleodorante, estate che mi ha avvilita fino a logorarmi.
Ho voglia di crostata, una di quelle imperfette, fatte in casa, una di quelle che sogno e che poi non farò se non tra giorni e giorni. Una crostata di quelle imprecise, con i bordi sporchi di marmellata e l'intreccio di strisce irregolari, una di quelle cui dedicare la fronte aggrottata e del tempo che mai è sprecato cucinando.
E' che fare dolci è un po' come fare il punto della situazione, è come fermarsi a pensare, concedersi di mettersi a parlare con se stessi, impegnarsi nella preparazione di qualcosa di prezioso che viene reso tale dall'equilibrio fragile degli ingredienti che potrebbero decidere di non restituire alcun capolavoro, deludendo così tanto gli occhi quanto il palato.
Oggi ho bisogno di tutto questo, anche solo di pensarlo, di parole che mi portino a comprendere, di rassicurazioni e di speranza, di slanci e di sostegno, di conferme e di opportunità. E intanto è spuntato il sole e anche la parte più burbera di me sorride a quest'acqua che cade da fasci di luce inattesi, al tepore che spezza un'aria così fredda da far sognare un paradiso di calzini, plaid morbidi e finestre chiuse.
AGGIORNAMENTO
Sono quasi le quattro del pomeriggio e c'è un sole come se non avesse mai piovuto oggi.
Stavo meglio prima.
Song of the day: Vinicio Capossela - Il Paradiso Dei Calzini
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