domenica 2 agosto 2015

Della domenica mattina in montagna

E chi se l'aspettava tutto questo sole?
L'aria tersa, i prati intrisi di pioggia, così tanta luce da perdercisi. Eccola l'estate che amo. Ecco l'estate che ricordo con amore durante il buio dell'inverno più pieno e interminabile.
Sono le nove e ho ancora sonno, ma come ogni giorno, io non so mica stare nel letto. Scendo le scale, inciampo in una codina, poi in una zampa, poi in un muso che preme contro l'interno del ginocchio. "Amore della tua mamma, vuoi che mi sfracelli su un gradino in pietra?". Entro in cucina e la caffettiera ammicca maliziosamente, immagino il profumo di espresso ondeggiare per la stanza, l'esitazione dell'assaggio perché la tazzina mi mette in guardia "il primo sorso sarà tanto, troppo bollente", ma non cedo, ho delle priorità: le ha il mio cuore.
Prendo uno snack, ci ripenso e ne prendo un paio. Le raccomandazioni, la fiducia ben riposta in un esserino che merita libertà. L'impatto con la luce che entra a spallate dalla porta di ingresso mi rallegra, dai che oggi ci sta che sia estate,  Milvina rognosetta!

Porto Bloody fuori casa: "La sai la novità, Ninino? Oggi i bisogni te li fai tutti da solo!". E così è stato.
Corse nei prati, salti buffi, scatti sorprendenti. Ha senso rimandare il caffè se si può godere dello spettacolo offerto da un cagnolino felice. Ha senso rinunciare a mezz'ora di poltrire quando si può chiedere alla natura di svegliare come solo lei sa fare: rigenerando anima e corpo.
Noi siamo qui, in provincia di Sondrio. E quella bianca, sulla destra, è la casa della mia famiglia.
È una mattina da borsa frigo e panini avvolti nell'alluminio, una mattina da occhiali da sole, scarpe comode, macchina fotografica, frisbee e palla.
Quanto ho desiderato e sognato questo benessere, questo equilibrio, questa armonia.





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