domenica 14 agosto 2016

Della sera del 12 Agosto

Nel paesino dove abbiamo la casa c'è una chiesetta, e lì accanto c'è una piazza con le sue panchine e la sua fontana. Ma non c'è nemmeno un baretto, un circolino, insomma, non c'è niente se non il rumore dell'acqua e l'abbaiare dei cani in lontananza. E la piazza è sempre vuota, persino la domenica quando c'è la messa. Perché tutti di lì passano,  ma nessuno si prende il lusso di fermarsi.
Nelle strade di montagna i gatti se ne fottono di chi si fa gli sparoni in auto, in moto, in bici, in trattore o in camion e si piazzano in mezzo alle carreggiate, sdraiati come se fossero su un divano.
Nel cielo di stasera le nuvole sono lunghe, piatte, stirate. Sembrano sciarpe logore, ma anche ciabatte sfondate.
Ho litigato con Bloody oggi.
E mi sento triste.
E anche frustrata.
Mi sono seduta al buio del nulla della piazza, e mi sono messa di buzzo buono a guardare il niente, a respirare i moscerini e ad insistere nell'inumidirmi le labbra seccate dal sole e dal vento.
Mentre facevo la poetessa dei poveri, hanno iniziato a suonare le campane ed è un miracolo che non sia morta di infarto.
Mi aspetta una salita ripida e avere un cane che tira - più di un pelo di non si può dire cosa - mi farà comodo.
Da qui le stelle sembrano più vicine e limpide, perché non c'è molta luce ad imbrattarle. Ma io non credo più ai desideri riposti nell'incandescenza che fa mettere i nasi all'insù. Non credo nei baci dati sotto al vischio, alle mutande rosse del veglione, alle candeline da soffiare in una volta sola, al tre d'amore, al sale e l'olio che portano disgrazie non credo e nemmeno più al topolino dei denti.
Credo negli occhi stanchi e nei fazzoletti stropicciati tenuti in tasca, che non si sa mai. Credo che il male vinca sempre sul bene e credo che quando pensi di aver toccato il fondo è lì che l'inferno appare per davvero e inizia il puttanaio.
Credo nelle promesse tradite e nei sorrisi di circostanza.
Credo nel sadismo e nei vetri rotti.
Però credo ancora nella mia torta di mele e in quel cazzone del mio cane. Credo in quello che canto mentre ascolto la musica che ho in macchina. E credo nei budini. E nei capillari rotti. E nei coglioni girati. E nelle bestemmie che nascono dal cuore e che si fermano tra i denti.

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